30 maggio 2008

UN CAPITANO

Sono passati 14 anni e molti di noi ancora non hanno riempito quel vuoto nel cuore che si è creato il 30 Maggio 1994 e forse....................non ci riusciranno mai.


AGO SEMPRE CON NOI


Ago-Barone


Questi sono piccoli ricordi di chi ha avuto la fortuna di averlo visto giocare.




"Noi giocatori siamo persone fortunate...


non dimentichiamoci mai che, in fondo,


facciamo un mestiere che ci piace,


siamo pagati bene e la gente ci ama."


Dalla Domenica Sportiva, anno 1983.


 


L'espressione sempre seria, concentrata, quasi torva, di chi non ama concedersi, specialmente in tv. Sulla panca di legno, nello spogliatoio, ancora col sudore della vittoria appena sofferta, non lasci trasparire gioia o stanchezza...solo umiltà e dedizione. La mente va ai tuoi compagni, ai tifosi, a tua moglie e ai i tuoi figli.Eppure, mettendoti al servizio degli altri, guidi la squadra,dai fiducia, concedi ed esigi rispetto,sei capitano, sei il Capitano,conosci e difendi i tuoi compagni, li stimoli, li carichi, li fai sentire al sicuro, li correggi e li aiuti senza risparmiarti mai. Senza farti notare, con quel tuo sguardo che sembra sempre un pò imbronciato. Ci ricordi che il calcio è  solo una parte del tutto, che può essere più o meno emozionante, ma che resta un gioco, un pallone che vola senza senso,


e che ricade tra le braccia di un bambino che ride. Come l'amore, come la vita.


Distante da tutte quelle luci, dall'agone del moderno. Ti dipingono triste, forse lo sei davvero o forse non vuoi fartene una ragione e te ne sei andato così. (Ale)




 


 


1 Maggio 1983


La gente “normale” sta facendo la classica gita fuori porta. La gente “normale” e romanista sta facendo la classica gita fuori porta ma con la radiolina incollata all’orecchio.


La gente “romanista” è all’Olimpico. Oggi è il giorno di Roma – Avellino, terzultima di campionato. Un campionato dominato dalla Roma dalla prima giornata e che potrà portare a qualcosa che la maggior parte di noi non ha mai visto e che scaramanticamente nessuno ha il coraggio di nominare. Nel primo tempo Falcao porta in vantaggio la Roma e con l’incrocio di altri risultati siamo Campioni D’Italia. Poi qualcosa cambia e lo scudetto sembra diventare lontanissimo fino a quando il Capitano scaglia uno dei suoi soliti bolidi imprendibili per i portieri e gonfia la rete per il 2 a 0 e si lascia andare ad un’esultanza quasi liberatoria o per lo meno così fu per noi. In qual momento ho capito che nessuno ci avrebbe più tolto quello che stavamo strameritando:


lo scudetto. Grazie Ago


(Frank) 




Roma-Avellino



01 maggio 1983.Roma-Avellino 2 a 0. Agostino aveva segnato il secondo gol.
La Roma per qualche minuto era stata Campione D'Italia. Gli inservienti dello stadio avevano già levato le pubblicità intorno al campo e lo speaker aveva persino annunciato che la squadra, al termine della partita, avrebbe ringraziato il pubblico con un giro di campo. Non accadrà.
Mentre esce dal campo applaudendo la gente, Enrico Minozzi gli chiede: "Agostino, un applauso rivolto al pubblico?"
E Di Bartolomei gli risponde: "Eccoli quà".


 (Aldo)


Il mio primo ricordo di Agostino - sono abituato a chiamarlo così, un po' affettuosamente - è un Roma-Juventus stagione 1978-1979, l'anno che, se non ricordo male, sfiorammo la B e ci salvò il Bomber a Roma-Atalanta, penultima di campionato.
E' un ricordo "intenso" perché fu la mia "prima volta".io, con mio padre e mio fratello, nell'allora Tribuna Tevere non numerata, per la prima volta avevo la possibilità di entrare in quel tempio dal quale, ancora oggi, non riesco ad uscire. Sì, perché se c'è una cosa che Ago mi ha attaccato è questo amore viscerale per il giallo ed il rosso, questa passione che poco ha a che fare con la ratio e che non riesco a curare con alcuna medicina.
E tutto questo amore, questo "troppo" amore, a volte ti fa star male.come quel 30 maggio di 14 anni fa, quando te ne sei andato, quando hai sbattuto la porta per farti sentire, per farlo sentire ancora a tutti che c'eri.
Infatti ancora oggi sei lì, accanto alle cose che mi sono, che ci sono, più care.accanto alle piccole e grandi gioie, accanto anche ai piccoli e grandi dolori.
Ti abbraccio, Ago.ovunque tu sia.
(Ale Caf)

2 commenti:

  1. Agostino Di Bartolomei era, quello che si diceva, un giocatore diverso. Forse è un luogo comune ma Ago era proprio così.

    Diba, ad esempio, non esultava mai in maniera scomposta, come facevano tanti altri. Per anni, per campionati, Agostino segnava i suoi gol, pesantissimi, senza mai lasciarsi trascinare troppo. Ma non perché era un freddo o un antipatico. Ago, quando segnava, sapeva di aver fatto il suo, quello che gli si chiedeva, e che quel gol faceva parte del gioco. Poi, piano piano, il capitano si è sciolto e ha concesso un po' di più sul lato delle manifestazioni di gioia, ma la gente, comunque lo ha sempre amato tanto perché sapeva che Ago dava tutto per la sua Roma e rispettava profondamente i suoi tifosi...

    Ancora ciao, inimitabile Agostino

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  2. anche se provengo dallaaltra sponda del tevere mi è impossibile non rendere onore a personaggi del genere...vere bandiere di un calcio che non c'è più, fatto di sudore e valori e non di soldi e veline

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