5 maggio 2009

Bobby Sands, ricordo di un amico

Bobby SandsIl 5 maggio 1981 il giovane volontario dell’IRA moriva nel carcere di Long Kesh, al 66 giorno di sciopero della fame. Nelle parole di Jerry Adams, la storia di “un normale ragazzo irlandese nato e morto nelle condizioni straordinarie in cui viveva la parte occupata dell’Irlanda”.



di Jerry Adams

Bobby Sands aveva 27 anni e faceva lo sciopero della fame da 66 giorni quando morì nei Blocchi H di Long Kesh, il 5 maggio 1981. Il giovane volontario dell’IRA aveva passato quasi 9 anni della sua breve vita in prigione, era conosciuto in tutto il mondo per essere stato eletto al parlamento britannico e per aver opposto resistenza a pressioni, politiche e morali, che lo spingevano ad abbandonare il digiuno, il cui scopo era di protestare contro il tentativo del governo britannico di criminalizzare la lotta per la libertà dell’Irlanda, attraverso la criminalizzazione dei detenuti politici irlandesi. A parte le ovvie contraddizioni storiche e politiche dei britannici nel perseguire questa strategia, centinaia di prigionieri rinchiusi a Long Kesh con uno status politico o speciale, rappresentavano un problema. Questo status era stato introdotto dal governo britannico nel giugno 1972 dopo un riuscito sciopero della fame sostenuto dai prigionieri repubblicani nella prigione di Belfast. Adesso però, secondo la sua nuova ridicola strategia, il governo di Londra gestiva questa anomalia introducendo una legge che classificava tutti i prigionieri arrestati e condannati dopo il 1 marzo 1976 come criminali.

Ho incontrato Bobby la prima volta nelle prigioni di Long Kesh, dove eravamo detenuti con lo status speciale di detenuti politici. Dalla nostra cella, Cella 11, riuscivamo a vedere il cantiere dove i Blocchi H venivano costruiti per ospitare i prigionieri condannati secondo la legge di Londra sulla criminalizzazione.


Ma chi era Bobby Sands? Era uno straordinario giovane irlandese vissuto e morto nelle eccezionali circostanze che caratterizzavano allora la parte occupata dell’Irlanda. Era nato nel 1954 a Rathcoole, un distretto principalmente loialista di Belfast Nord. Aveva sempre nutrito un interesse per la storia dell’Irlanda, e quando il Movimento per i Diritti Civili irruppe nelle strade nel 1968, la reazione della RUC alla protesta pacifica provocò una reazione di tipo nazionalista nei cuori della maggior parte dei giovani cattolici.

Bobby si unì all’IRA nella tarda adolescenza e nel 1973, all’età di 18 anni fu arrestato e condannato a 5 anni di prigione per possesso di armi. Fu allora che lo incontrai. Ero stato preso mentre tentavo di evadere dal campo di detenzione di Long Kesh; ero stato accusato ed ero ora un condannato. Dividevamo la Cella 11 con molti altri uomini, compresi alcuni che avrebbero continuato a svolgere ruoli cruciali nella lotta del Blocco-H: Brendan Hughes, Brendan (Nick) Mc Farlane, Larry Marley e Pat Beag Mc Geown tra gli altri.

Bobby fu rilasciato dalla Cella 11 nell’aprile del 1976 e si unì nuovamente alla lotta. A parte la sua attività nell’IRA lavorava nella sua comunità locale a Twinbrook. Aiutando a costituire un’associazione di affittuari e un club per giovani. Era sposato e aveva un figlio di 3 anni, Gerard.

Nonostante ciò, tre mesi dopo il suo rilascio, Bobby fu arrestato in servizio attivo, seguito ad una bomba fatta esplodere in un deposito di mobili. Ci fu uno scontro armato tra un’unità dell’IRA e la RUC e due dei compagni di Bobby rimasero feriti.

Bobby fu condannato a 14 anni di reclusione nel settembre del 1977. Questa volta, secondo i tentativi britannici di fare apparire il Repubblicanesimo Irlandese militante come una cospirazione criminale, gli fu negato lo status speciale di detenuto politico e fu rinchiuso come “detenuto semplice” nei Blocchi-H di Long Kesh.

Belfast - Falls Road 44

Un detenuto “speciale”

Per più di un anno. Il governo britannico aveva provato a far rinchiudere i detenuti politici nei Blocchi-H e nella prigione di Armagh conformemente ai regolamenti, a fargli indossare una tenuta da criminali e a costringerli a lavori servili, spesso degradanti.

I detenuti repubblicani irlandesi che erano stati arrestati sotto leggi speciali, interrogati in centri speciali e condannati in tribunali speciali senza giuria, rifiutarono di essere criminalizzati, di indossare abiti da detenuto e di lavorare in prigione. Per riscaldarsi i detenuti si avvolgevano in una coperta e così cominciò la “protesta della coperta”.

Per anni i detenuti furono tenuti in isolamento e picchiati, anche se alla fine, a causa dell’affollamento, molti di loro finirono per dividere una cella con un altro “dimostrante della coperta”. Nella prigione di Armagh anche le donne repubblicane si ribellarono al programma di criminalizzazione e anche loro furono perseguitate dalle guardie carcerarie.

Nel marzo 1978 le autorità carcerarie, nell’ulteriore tentativo di piegare le loro volontà rifiutarono l’accesso a gabinetti e bagni ai detenuti dei Blocchi-H e costrinsero i prigionieri a vivere in condizioni oscene. Questa protesta continuò fino al marzo del 1981.

Nel 1980, nonostante gli enormi sforzi di un’estesa campagna di sostegno e dopo anni di protesta nelle carceri, il governo britannico continuò nel perseguimento della sua strategia di criminalizzazione. Nell’autunno di quell’anno alcuni uomini del Blocco-H e alcune donne del carcere di Armagh diedero inizio ad uno sciopero della fame che durò per 53 giorni e che terminò senza vittime quando il governo britannico promise di introdurre un regime carcerario più liberale.

Ma il governo britannico non mantenne l’impegno preso durante il primo sciopero della fame e ciò spinse Bobby e i suoi compagni a un secondo sciopero della fame. Bobby cominciò il digiuno il 1 marzo 1981, due settimane prima di Francis Hughes sperando che il sacrificio della sua vita e le ripercussioni politiche avrebbero forse obbligato il governo britannico a un accordo prima che altri compagni morissero.

Poco dopo l’inizio del digiuno di Bobby, Frank Maguire, membro indipendente del Parlamento per Fermanagh/Sud Tyrone che era un grande sostenitore della causa dei detenuti politici, morì d’infarto. Nelle elezioni straordinarie che seguirono, Bobby si candidò come “detenuto politico” e fu eletto parlamentare per Fermanagh/Sud Tyrone in un’ondata di pubblicità all’estero.

Il risultato di questo fatto storico dimostrò quanto i nazionalisti sostenessero la causa dei detenuti, mentre secondo la propaganda britannica i detenuti non godevano di nessun appoggio. Margaret Thatcher avrebbe dovuto cogliere quell’occasione per risolvere la crisi dello sciopero della fame. Al contrario, gli inglesi non solo rifiutarono di negoziare, ma emanarono un provvedimento legislativo per cambiare la legge elettorale e impedire che un altro detenuto repubblicano potesse candidarsi. Evviva la democrazia britannica!

Le elezioni tenute in un clima intimidatorio e di continui attacchi da parte delle forze della corona britannica furono uniche anche a causa delle pressioni esercitate contro l’elettorato nazionalista da leader della Sdip, della gerarchia cattolica e dei politici britannici. Nonostante queste pressioni, Bobby Sands ricevette 30.492 voti, un chiaro segno, per quelli che dubitavano, che i nazionalisti riconoscevano i detenuti repubblicani come detenuti politici e sostenevano la loro lotta in carcere.

La morale degli oppressi

Nonostante i risultati elettorali però il governo britannico rimase intransigente. Il 5 maggio il Volontario IRA e Parlamentare Bobby Sands morì al sessantaseiesimo giorno di digiuno. Il suo nome fu sulla bocca di tutti in Irlanda, e il suo sacrificio, insieme a quello dei compagni che lo seguirono, capovolse la propaganda britannica sull’Irlanda ed ebbe una benefica e concreta influenza sulla causa della Libertà irlandese.

Entro agosto del 1981, altri nove “uomini coperta”, Francis Hughes, Raymond McCreesh, Patsy O’Hara, Joe McDonnell, Martin Hurson, Kevin Lynch, Kieran Doherty, Thomas McElwee e Micky Devine, morirono per lo sciopero della fame.

Il 3 ottobre 1981 i detenuti abbandonarono riluttantemente il digiuno dopo una serie di incidenti in cui le famiglie, incoraggiate da una campagna della chiesa cattolica, autorizzarono l’intervento medico nel caso in cui i loro figli o i loro mariti perdessero conoscenza. I detenuti furono in pratica derubati dell’arma dello sciopero della fame e quindi decisero di porre fine al digiuno storico che era durato 217 giorni.

Oltre ad essere il leader degli “uomini coperta” e del secondo sciopero della fame, Bobby Sands era anche il più prolifico scrittore tra i detenuti del Blocco-H. Scrisse non solo dichiarazioni per la stampa, ma anche storie brevi e poesie, con lo pseudonimo di “Marcella“, il nome di sua sorella, pubblicate nel Republican News dopo il febbraio del 1979.

Nelle sue poesie Bobby afferma che lo spirito della libertà e dell’ingiustizia è da sempre innato nell’uomo, Nel descrivere questo spirito dimostra un’incredibile comprensione della storia e della memoria (gli erano stati negati libri,giornali, tv e radio e qualsiasi stimolo mentale durante gli ultimi 4 anni della sua vita). Wat the Tayler, ad esempio, era un contadino inglese che nel 1381 aveva condotto una rivolta contro la monarchia inglese. I primi cristiani perseguitati, gli schiavi, gli indiani americani e i repubblicani irlandesi che hanno combattuto per la libertà dividono una fase della storia che è una lotta contro la tirannia. E questa forza trainante contro l’oppressore, come conclude Bobby, è la superiorità morale degli oppressi.



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