Da trent'anni in prigione l'attivista e giornalista americano Mumia Abu-Jamal aspetta ancora la sua libertà
Philadelphia, Pennsylvania, Stati Uniti, 9 dicembre 1981: all'alba un tassista di notte nero, dopo aver appena accompagnato un cliente, rimane gravemente ferito durante una sparatoria nel quartiere della sua città. In quella sparatoria rimane ucciso un poliziotto, Daniel Faulkner. Senza di fatto prove oggettive della morte del poliziotto viene accusato proprio il tassista nero, che viene arrestato con l'accusa di omicidio di primo grado.
Comincia così l'odissea carceraria e carceraria che da trent'anni ha privato della libertà, mantenendolo in un limbo infinito oscillante tra ergastolo e pena di morte, l'attivista delle Pantere Nere, scrittore e giornalista radiofonico, Mumia Abu-Jamal.
Nato a Philadelphia nel 1954, all'anagrafe Wesley Cook, Mumia Abu Jamal (che scelse questo nome in swahili, una delle lingue bantu più diffuse in Africa, sotto l'influenza della sua insegnante di origine keniota) fin da adolescente si distingue per la lotta per i diritti dei neri americani e nel '69 diventa attivista del movimento politico rivoluzionario americano Black Panthers Party for selfe-difense, nato nell'autunno del '66 nel ghetto nero di Oakland per iniziativa di Huey Newton e Bobby Seale (lascerà le Pantere Nere nell'ottobre '70) Diventa poi giornalista radiofonico e per tutti gli anni '70 sarà riconosciuto come “la voce dei senzavoce”. In seguito alle sue campagne in cui denunciava continui soprusi e corruzioni Mumia subì verso la fine degli anni '70 forti pressioni da parte di istituzioni e polizia di Philadelphia e finì per essere licenziato dalla stazione radio in cui lavorava. Così per mantere la sua famiglia diventò tassista di notte, fino a quell'alba di trent'anni fa.Comincia così l'odissea carceraria e carceraria che da trent'anni ha privato della libertà, mantenendolo in un limbo infinito oscillante tra ergastolo e pena di morte, l'attivista delle Pantere Nere, scrittore e giornalista radiofonico, Mumia Abu-Jamal.
Nel luglio '82 Mumia fu condannato alla pena di morte, ma la sua storia alla luce delle evidenti forzature e debolezza dell'accusa diventò subito un caso internazionale ed in sua difesa nacque un forte movimento che si opponeva alla sua esecuzione e ne richiedeva la scarcerazione. Fatto sta che Mumia, considerato dalla scrittrice storica nera Angela Davis uno dei più importanti intellettuali pubblici del nostro tempo, da quel giorno, nonostante la solidarietà internazionale, vive di fatto nel braccio della morte costretto nei più rigidi e limitanti dispositivi carcerari. La detenzione non ha fermato la lotta di Mumia per i diritti dei neri ed anche dal carcere ha dato il suo contributo evidenziando la debolezza economica di molti neri nel difendersi legalmente, tanto da pubblicare vari testi tra cui Jailhouse Lawyers: Prisoners Defending Prisoners v. The USA
NEL FRATTEMPO IL 27 MARZO 2008 LA CONDANNA A MORTE È STATA ANNULLATA. E RECENTEMENTE L'11 OTTOBRE DEL 2011 LA SUPREMA CORTE DEGLI STATI UNITI HA CONFERMATO L'INCOSTITUZIONALITÀ DELLA SENTENZA DI MORTE RESPINGENDO QUINDI L'APPELLO.
MUMIA RESTA IN CARCERE MA IL MOVIMENTO PER LA SUA LIBERAZIONE NON MOLLA ED È ATTIVO PIÙ CHE MAI SOPRATTUTTO IN RETE, DOVE OGNUNO ATTRAVERSO IL SITO WWW.FREEMUMIA.COM, O FACEBOOK O TWITTER PUÒ UNIRSI AL CORO FREE MUMIA!
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