25 luglio 2012

U.C. Ceares: quando il calcio è “Sociale”


L’UC Ceares fu fondato nel 1946 e gioca in Tercera Division Sostiene di essere la seconda squadra più importante di Gijón o, meglio ancora, come dicono del Rayo a Vallecas, la più importante del quartiere di Ceares.

Alcuni mesi fa con la società vicina alla sparizione, alcuni amici hanno deciso di rendere questa squadra un punto di riferimento per i romantici del calcio.

Un gruppo di loro, in assenza di soluzioni, chiese aiuto a Roberto Colunga, segretario generale del Blocco per le Asturie ed ex giocatore della squadra.

Nel suo bar, “La Folixa”, andavano parecchi ragazzi critici del calcio moderno.

L’obiettivo era restituire il club al quartiere, ritornare alle origini, rivendicare il calcio come sport popolare e sociale”,

Alcuni erano di Ceares, altri erano soliti andare da piccoli a La Cruz e ad altri semplicemente piacque l'idea di gestire un club secondo i valori di base.

La proposta fu sostenuta quasi all'unanimità dai soci.

Cominciarono a lavorare svariati mesi prima della fine della stagione, quando entrarono a pieno diritto nella direzione.

Il loro obiettivo era quello di moltiplicare il numero di tifosi assidui allo stadio de La Cruz e che tutti sentissero come proprio il club, anche in una forma letterale: ogni socio, un voto. Tutte le decisioni importanti sarebbero state sottoposte all’assemblea.

In maniera disinteressata, “incluso il mettere soldi” di tasca propria per comprare i materiali, passarono l’estate immersi nel campo, in uno stato di semi-abbandono.

Ristrutturarono gli spogliatoi, decentrarono gli spalti e decorarono i muri con frasi contro il calcio moderno per dare seguito al loro impegno.

Nel bar de La Cruz cominciò a risuonare la musica. Assieme al nuovo inno, motivi del calcio degli anni ’80 allietavano il pre e post partita.

La mensa è la chiave nel finanziamento del club.
La gente viene ore prima della partita e va via ore dopo.
Qui trovate amici, musica e calcio”.

Una sorta di centro sociale di tutto il club, che ha anche regalato la permanenza in Terza Divisione per dare un'ulteriore spinta al progetto.

 “Se non ci piace il loro calcio, dobbiamo costruire il nostro” o “Ama il calcio, odia i suoi affari” erano alcuni degli slogan.

All’ingresso del campo, come avviso ai naviganti e in onore delle radici britanniche del calcio, un cartello con su scritto “Questo è il La Cruz” dà il benvenuto, proprio come “Questo è Anfield” che i giocatori vedono quando entrano sul campo del Liverpool. “Questo movimento ha portato allo stadio molta gente che condivide quest’idea. Gente che viene a vedere il Ceares e che forse non si interesserebbe a nessun altro club.

Una “tertulia”, la classica conversazione che inizia e finisce in una taverna, ora, è realtà a Ceares.

I vecchi soci non riescono a credere che il La Cruz abbia triplicato il numero di soci ogni 15 giorni.

Nessun commento:

Posta un commento