Ha
giustificato l’operazione Piombo Fuso di Israele su Gaza del 2009, si schiera
al fianco di chi calpesta ogni diritto del popolo palestinese… e canterà a
Milano l’11 agosto, in un festival organizzato dal Comune: stiamo parlando di
Noa, cantante israeliana, decisamente persona non gradita.
Dal 5 all’11
Agosto il Comune di Milano ha organizzato un festival musicale in
“preparazione” di Expo 2015: l’evento, chiamato “Voci dal Mondo” vedrà la
partecipazione di alcuni artisti internazionali, donne, che si esibiranno
gratuitamente in concerto nel centro di Milano.
Scorrendo il
programma, che vede, tra gli altri, artiste famose come Angelique Kidjo e band
conosciute come gli Skatalites, non si può non notare la presenza, in chiusura,
della cantante israeliana Noa.
Noa è famosa
non solo per le sue canzoni e la sua musica, ma soprattutto per la vasta
campagna di boicottaggio a lei indirizzata da più di tre anni, da quando,
durante l’operazione Piombo Fuso a Gaza nel 2009, giustificò pubblicamente le
azioni militari del suo governo. Infatti, in una “lettera aperta” rivolta al
popolo palestinese, la cantante disse che l’attacco militare israeliano era
finalizzato ai loro stessi interessi, essendo mirato a distruggere il “mostro”
Hamas che li governava e che ne stava decretando la morte e la distruzione.
L’artista colpevolizzò, dunque, l’autorità palestinese sia per quello stesso
attacco che per le condizioni di povertà e miseria della popolazione, vittima,
secondo lei di una “fanatismo che ha trasformato Gaza in un cumulo di
spazzatura fatto di povertà, malattia e miseria”.
Noa si
inserì dunque nella “corrente giustificazionista” che in quel periodo (e non
solo) fece di tutto per nascondere l’atrocità e la spietatezza delle operazioni
militari che, sebbene parzialmente rivolte alla distruzione di Hamas, furono
caratterizzate da un indiscriminato uso della forza contro civili inermi,
causando la morte di circa 1500 civili, nonché dalla violazione dei diritti
umani e del diritto internazionale, e dall’uso di armi chimiche come il fosforo
bianco.
Inoltre,
risulta evidente che via sia una prassi consolidata della giustificazione delle
politiche israeliane (non solo di guerra ma anche di occupazione, di conflitto
a bassa intensità, e di violazione del diritto internazionale e dei diritti
umani) da parte di intellettuali, artisti, personaggi pubblici vicini allo
stato ebraico: appare ovvio come questi interventi, resi pubblici e evidenziati
dalla notorietà dei personaggi, rinforzino una già forte politica di
disinformazione e omissione di notizie compiute da molti media internazionali.
La Campagna
BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni) è una coalizione di individui e
associazioni che, in diversi Paesi del mondo, sensibilizzano l’opinione
pubblica sui crimini di guerra e politici israeliani e si oppongono alle
“alleanze” costruite tra Israele e molti stati esteri (Italia compresa)
attraverso accordi commerciali, promozione culturale, organizzazione di eventi
e diffusione di false informazioni.
L’Italia, e
in particolare, il Comune di Milano, sono stati aspramente criticati per una
serie di eventi organizzati negli ultimi anni, che promuovevano Israele come
meta turistica, come modello positivo di democrazia e sviluppo tecnologico.
L’11 Agosto
verrà organizzato un volantinaggio davanti al concerto di Noa, in modo simile a
quanto avvenuto a Napoli circa due mesi fa, dove l’esibizione della cantante
nel quadro di un festival organizzato dal Comune ha causato non poche contestazioni.
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