11 aprile 2013

Venezuela 11 Aprile 2002 - El dia de el golpe mediatico


 
L'11 Aprile 2002, Pedro Francisco Cardamona prese parte, insieme ad un considerabile numero di generali e civili al golpe di Stato anche conosciuto popolarmente appunto come “ el carmonazo”, ai danni del governo democraticamente eletto di Hugo Chávez, l' 11 Aprile del 2002.
Il giorno seguente assunse l’incarico di “Presidente della Repubblica” dopo aver autoproclamato un “governo di transazione democratica e di unità nazionale”.
Di fatto però questo governo, figlio di un colpo di Stato, risultava completamente illegittimo data la mai avvenuta rinuncia dell’incarico da parte di Chávez, rapito ed in mano ai golpisti. Carmona con il suo primo decreto sciolse il Parlamento eletto, destituì tutti gli altri poteri, dichiarò l’abbandono dell’OPEP da parte del Venezuela, ripristinò la vecchia costituzione abbandonando quella del 1999 votata dal popolo, e cambiò il nome della Repubblica Venezuelana cancellandone la parola “Bolivariana”. Tra le prime decisioni di questo governo golpista anche la rinuncia al patto di cooperazione che legava il Venezuela a Cuba. Immediatamente gli USA si affrettarono a riconoscere il nuovo governo, seguiti a breve intervallo dalla Spagna di Aznar, dove il quotidiano El Pais, legato tramite il gruppo “Prinsa” ad alcuni media venezuelani, giustificò il colpo di Stato.
In seguito si scoprì anche l’appoggio al golpe e quindi al nuovo governo Carmona anche dell’ Inghilterra di Tony Blair e dell' Israele di Ariel Sharon. I media Venezuelani ebbero anch’essi un ruolo determinante sia nell'organizzazione che nell'esecuzione del golpe e dato che tutti erano convinti della sua definitiva riuscita, si sbilanciarono in interviste, trasmesse su tutte le reti, dove parlavano del lavoro organizzativo dei militari e civili artefici dell'evento, nascondendo però la verità sul golpe di Stato e le proteste popolari in atto in tutto il Venezuela. Il 12 aprile a Caracas infatti cominciarono seri disordini con saccheggi di negozi (soprattutto di quelli considerati appartenenti a lobbies anti-Chávez).
Nei giorni 12 e 13 Aprile la polizia uccise più di 200 persone, gli ospedali accolsero centinaia di feriti. La gente, come già accaduto a Caracas circondò anche la base dei paracadutisti del generale Baduel a Maracay chiedendo a gran voce il ritorno di Chávez. Lo stesso avvenne in molte altre località; si calcola che in tre giorni più di sei milioni di persone siano scese per le strade a difendere Chávez ed il suo governo. Nella notte del 13 aprile l'allora vescovo di Caracas, Antonio Ignacio Velasco Garcia, fu inviato all' isola La Orchilla con un jet privato probabilmente di proprietà dei Cisneros, dove avrebbe dovuto convincere Chávez a firmare la rinuncia e partire con lo stesso jet verso una qualsiasi destinazione, forse Cuba.
Durante l'incontro arrivarono tre elicotteri per riportare Chávez a Miraflores.


Con il rientro di Chávez, e il suo ritorno al potere il 14 Aprile, gli scontri ed i saccheggi cessarono.
Il golpe fallì, dunque, grazie al vastissimo appoggio popolare ed all'esiguità del gruppo dei militari golpisti, formato soprattutto da alti ufficiali, mentre il grosso dell'esercito era rimasto fedele a Chávez ed alla nuova costituzione. Carmona fu incarcerato e messo agli arresti domiciliari dai quali scappò, rifugiandosi all’ambasciata colombiana, paese nel quale successivamente gli fu concesso asilo politico. Il governo venezuelano non si oppose e permise l’uscita di Carmona dal paese con destinazione Bogotà.
Attualmente Pedro Cardamona risiede negli Stati Uniti nella città di Miami in Florida
(ma guarda….).
Oltre alla condanna internazionale di molti paesi, pendono sul governo Carmona molte accuse di violenze e di violazione dei diritti umani, in particolare la violazione della libertà di stampa a causa del silenzio obbligato ad i mezzi di comunicazione solitamente vicini al governo democraticamente eletto di Chávez Carmona ed i suoi seguaci, tanto dentro che fuori dal Venezuela, giustificano il golpe di Stato come prodotto degli assassinii commessi da organismi paramilitari del partito di governo e delle violazioni dei diritti umani dell’amministrazione di Chávez. Questo, secondo la loro tesi, ha provocato un vuoto di potere che ha permesso al golpe di avere luogo per instaurare un governo provvisorio. Carmona godeva tra l’altro dell’appoggio dei partiti d’opposizione, di imprenditori, di molti mezzi di comunicazione privati e di una parte di Chiesa Cattolica. Il golpe è stato riconosciuto poi anti-costituzionale a livello internazionale ed è passato alla storia come il primo colpo di Stato “mediatico”, proprio a causa del fondamentale ruolo avuto dai mezzi d’informazione, che non solo appoggiavano apertamente il golpe, ma che contribuivano anche a diffondere notizie false, censurando le rivolte popolari pro-Chávez e cercando di legittimare agli occhi del Mondo il nuovo governo golpista di cui facevano parte.

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