Venerdì 15 Novembre,
presentazione a Madrid della campagna:
Mostra il cartellino
rosso alla colonizzazione!
Grupo BDS Madrid
Una delle maggiori sfide propagandistiche dello stato israeliano è tentare di presentarsi al mondo come uno stato normale, vendere una immagine cosmopolita e occidentale in modo da farci dimenticare poco a poco del regime di apartheid al quale sottomette il popolo palestinese.
Una delle maggiori sfide propagandistiche dello stato israeliano è tentare di presentarsi al mondo come uno stato normale, vendere una immagine cosmopolita e occidentale in modo da farci dimenticare poco a poco del regime di apartheid al quale sottomette il popolo palestinese.
Così, non sorprende
che partecipa a competizioni sportive o attività culturali europee come se
fosse un paese dell’Unione Europea, come se la regione nella quale vive non
fosse sufficiente per loro.
Lo sport è uno
strumento di occupazione che Israele utilizza senza nessun pudore.
Una delle innumerevoli
forme nelle quali si materializza questa occupazione è attraverso la negazione
sistematica del normale sviluppo delle attività sportive palestinesi: arresta i
giocatori, impedisce la loro libertà di movimento e formazione, distrugge gli
impianti sportivi. Il caso del calciatore Mahmoud Sarsak è il più significativo, fu arrestato mentre si
trasferiva dalla sua città natale Gaza a Nablus, in CisGordania, dove andava a
cominciare a giocare per la squadra Balata Youth.
Durante questo
spostamento fu arrestato e incarcerato per tre anni applicando la detenzione
amministrativa, meccanismo israeliano che permette l’arresto per un periodo di
sei mesi rinnovabile a tempo indefinito senza prove né giudizio.
Prima di questa
violazione dei diritti umani, come molti altri prigionieri politici, iniziò uno
sciopero della fame che durò tre mesi.
La conseguenza di
tanto tempo senza mangiare e delle torture fisiche e mentali che soffrì in
prigione si trascineranno per il resto della sua vita.
Se questo non
bastasse, spesso si sentono i portavoce sionisti che utilizzano il discorso
ricorrente e falso di “non mischiare
sport e politica”.
Lo fanno celandosi
dietro l’immagine sana e conveniente di sportivi per coprire i loro crimini di
guerra o utilizzandole in campagne propagandistiche dell’esercito.
Il Maccabi di Tel Aviv
afferma di essere andato a "incoraggiare" le truppe israeliane al
confine di Gaza durante la sanguinosa operazione “Piombo Fuso (2008-09)” che si
concluse con l’uccisione di più di 1.400 palestinesi (inclusi più di 300 minori),
lasciando migliaia di feriti e città ridotte in macerie.
Stadio Olimpico di Gaza, distrutto in un bombardamento israeliano durante l’operazione Piombo Fuso |
Durante l’ apartheid
sudafricano, il boicottaggio sportivo e la
partecipazione di atleti provenienti da tutto il mondo, ha giocato un ruolo
fondamentale per porre fine a questo vergognoso regime.
La campagna BDS
(Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni) lanciata nel 2005 da più di 170
organizzazioni palestinesi inspirata a quel movimento antiapartheid chiese alla
comunità internazionale di fare lo stesso con Israele: esigiamo la fine
dell'occupazione, della colonizzazione e dell'apartheid.
Venerdì 15 Novembre alle 20h, presentiamo la campagna di boicottaggio sportivo alla
Taberna Castellana (C/ Picos de Europa 45, Portazgo)
Mostra il cartellino rosso alla colonizzazione!
Mostra il cartellino rosso alla colonizzazione!
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