10 giugno 2014

SV BABELSBERG 03


 
SV BABELSBERG 03

Tratto da: Crampi Sportivi

You are leaving West Berlin
Prendendo  le linee 1 e o7 della S-Bahn berlinese, fino all’estremo capolinea a Ovest si arriva a Est. Sembra un paradosso geografico, ma Potsdam, in pratica una corposa propaggine della capitale tedesca nonostante sia capitale del Land Brandeburgo, è effettivamente ancora densa di riferimenti al suo recente passato socialista. Lasciando da parte i ponti sullo Spree dove un tempo avvenivano gli “scambi” tra i servizi segreti dei due blocchi e le vecchie dacie lungo il fiume oggi affollato dagli yacht dei berlinesi benestanti, raggiungiamo il quartiere di Babelsberg per trovare uno dei più ingombranti cimeli della DDR nei dintorni di Berlino: forse l’unico stadio in tutto il mondo di lingua tedesca dedicato alla memoria di Karl Liebknecht. Il Karl-Liebknecht-Stadion, confidenzialmente “KarLi”, è la casa di uno dei più riusciti esperimenti di azionariato popolare del calcio europeo, dedito alla cura del vivaio e del suo affezionatissimo pubblico.

 
La SportsVerein Babelsberg 03, società sicuramente meno nota nella scena alternativa internazionale rispetto ai “pirati” gemelli del FC St.Pauli, ha una biografia in realtà piuttosto lunga e un po’ contorta. Il “Null Drei” nasce infatti come Potsdam 03/SC Nowawes, acquisendo nel secondo dopoguerra i ben più evocativi nomi di SG Karl-Marx Babelsberg e, dal 1949 alla caduta del Muro, BSG Motor Babelsberg, secondo la tradizione DDR di intitolare i club sportivi alle fabbriche o ad altre organizzazioni cui le squadre facevano riferimento. L’intera Europa orientale è un fiorire di Dinamo, Lokomotiv, Sparta e la fu Germania est non manca all’appello. Ancora oggi, la vecchia identità DDR del Babelsberg viene rimarcata da un merchandising vintage che riproduce fedelmente le vecchie tenute del Motor, oltre che da alcuni dei tanti e curati graffiti che circondano il “KarLi”. Lungi dall’idea che ci si potrebbe fare pensando a qualche vetusto impianto sportivo da società di quartiere, il “KarLi”è un gioiello da poco meno di 11.000 posti, con campi secondari per le amichevoli meno impegnative, con punto vendita del ricco merchandising interno e al quale i sostenitori più conosciuti hanno libero accesso anche durante i giorni della settimana per permettere la visita a quanti vogliano conoscere questo ambiente.

Es! Fau! Babelsberg Null Drei!

Nel 2003 la società viene rifondata in seguito ad un crack, avendo maturato una sola presenza in Zweite Bundesliga dalla riunificazione delle Germanie e dei rispettivi campionati. Da questo punto in poi i “Bleus” vivacchiano tra la Regionalliga Nord e la Dritte Liga, la terza in ordine di importanza.
Il legame con la tifoseria e il territorio è decisamente radicato. Lo stadio tra primavera ed estate è aperto ad ospitare un torneo antirazzista internazionale dal nome “der Ball is Bunt” (“la palla è colorata”): un calcio senza distinzioni di genere, provenienza e nemmeno di abilità motoria. Coerentemente con questo spirito, uno degli esperimenti più innovativi, ad esempio, è il circuito di supporters non vedenti che seguono la squadra, anche nelle trasferte di coppa, in minuscoli centri dei Länder circostanti. A permettere loro di seguire le partite è un gruppo di tifosi che raccontano le azioni di gioco. Ma i progetti che si accompagnano alla società sono tantissimi e basati sulla massima cura del vivaio e delle squadre “minori” che compongono la galassia del club. Tanti sono i gemellaggi con altre squadre di calcio amministrate e finanziate, seppur in parte, direttamente dai sostenitori: negli anni si sono succedute amichevoli estive con l’FC United of Manchester, il Partizan Minsk e naturalmente l’FC St. Pauli con il quale viene disputato il cosiddetto “Zeckenderby” , letteralmente il “derby delle zecche”: le due società più rappresentative della scena alternativa e di sinistra, che rivendicano con orgoglio di “essere zecche antisociali, che dormono sotto i ponti o nei dormitori delle stazioni”, come cantano scimmiottando gli insulti che vengono loro rivolti da curve di destra e fascistoidi. Questi eventi estivi sono appuntamenti sentitissimi dalla tifoseria e diventano vere feste nella strada antistante lo stadio tra birra, merchandising e musica fino a notte fonda con concerti e sound system nei vicini spazi sociali del quartiere. La NordKurve viene aperta ad accogliere delegazioni dalle tante curve che compongono l’Alerta Network, una rete di tifoseria antifasciste nella quale troviamo la Green Brigade del Celtic Glasgow, gli Ultrasmarine di Bordeaux, VamosBien del Fenerbache oltre a supporters dell’Hapoel Tel Aviv, dell’Athletic Bilbao, dello Standard Liegi e di società sicuramente più piccole come il G.A. Merano di calcio a 5.

 
Il faccione di Karl Liebknecht sugli striscioni, le torciate contro l’omofobia nel calcio, le campagne per l’accoglienza ai rifugiati, in un mondo del pallone lacerato tra squadre milionarie e continui rigurgiti di insopportabile xenofobia e machismo rappresentano una vera boccata d’aria fresca per gli appassionati che desiderano vedere un altro modello di tifo e organizzazione societaria diffondersi negli stadi italiani ed europei. Soprattutto se il tutto viene mosso da un entusiasmo viscerale inversamente proporzionale ai risultati e al palmares. Tutto questo è possibile grazie a esperimenti come quello della SportsVerein Babelsberg, i cui pilastri sono il ruolo egemone dei Fanladen e la cura per il settore giovanile sul quale la società fonda la sua filosofia, grazie al proprio vivaio e alla relazione con alcune società del Brandebugo.
Come per l’FC St.Pauli, anche per la SVB sono centrali gli spazi decisionali che i vari circoli di tifosi, Fanladen appunto, hanno nella definizione di un consiglio (Fanbeirat) che partecipa delle decisioni societarie. I Fanladen, pur non essendo alternativi ai gruppi più o meno formalizzati che animano lo stadio in casa e in trasferta, rappresentano anche uno spazio di incontro per la cittadinanza, nel quale si veicolano i valori societari e, in generale, modalità di gestione diretta degli spazi collettivi che reggono il progetto: dalle coreografie all’organizzazione di alcuni servizi, fino alla pubblicazione di fanzine cartacee e online che danno voce ai tanti sostenitori della SVB.

Nella storia della SVB probabilmente non ci sono titoli prestigiosi o incontri memorabili: una storia altalenante di promozioni e retrocessioni nelle serie minori e regionali, dal 1999 a oggi un solo passaggio al terzo turno della coppa di lega tedesca. Tuttavia, lo spirito che anima l’universo Babelsberg vive dell’impegno quotidiano e della passione di sostenitori e cittadini del quartiere, in quella che rappresenta un antidoto al calcio moderno, miliardario e spersonalizzato.

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