SV BABELSBERG 03
Tratto da: Crampi
Sportivi
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West Berlin
Prendendo
le linee 1 e o7 della S-Bahn berlinese, fino all’estremo capolinea a
Ovest si arriva a Est. Sembra un paradosso geografico, ma Potsdam, in pratica
una corposa propaggine della capitale tedesca nonostante sia capitale del Land
Brandeburgo, è effettivamente ancora densa di riferimenti al suo recente
passato socialista. Lasciando da parte i ponti sullo Spree dove un tempo
avvenivano gli “scambi” tra i servizi segreti dei due blocchi e le vecchie
dacie lungo il fiume oggi affollato dagli yacht dei berlinesi benestanti,
raggiungiamo il quartiere di Babelsberg per trovare uno dei più ingombranti
cimeli della DDR nei dintorni di Berlino: forse l’unico stadio in tutto il
mondo di lingua tedesca dedicato alla memoria di Karl Liebknecht. Il
Karl-Liebknecht-Stadion, confidenzialmente “KarLi”, è la casa di uno dei più
riusciti esperimenti di azionariato popolare del calcio europeo, dedito alla
cura del vivaio e del suo affezionatissimo pubblico.
La
SportsVerein Babelsberg 03, società sicuramente meno nota nella scena
alternativa internazionale rispetto ai “pirati” gemelli del FC St.Pauli, ha una
biografia in realtà piuttosto lunga e un po’ contorta. Il “Null Drei” nasce
infatti come Potsdam 03/SC Nowawes, acquisendo nel secondo dopoguerra i ben più
evocativi nomi di SG Karl-Marx Babelsberg e, dal 1949 alla caduta del Muro, BSG
Motor Babelsberg, secondo la tradizione DDR di intitolare i club sportivi alle
fabbriche o ad altre organizzazioni cui le squadre facevano riferimento.
L’intera Europa orientale è un fiorire di Dinamo, Lokomotiv, Sparta e la fu
Germania est non manca all’appello. Ancora oggi, la vecchia identità DDR del
Babelsberg viene rimarcata da un merchandising vintage che riproduce fedelmente
le vecchie tenute del Motor, oltre che da alcuni dei tanti e curati graffiti
che circondano il “KarLi”. Lungi dall’idea che ci si potrebbe fare pensando a
qualche vetusto impianto sportivo da società di quartiere, il “KarLi”è un
gioiello da poco meno di 11.000 posti, con campi secondari per le amichevoli
meno impegnative, con punto vendita del ricco merchandising interno e al quale
i sostenitori più conosciuti hanno libero accesso anche durante i giorni della
settimana per permettere la visita a quanti vogliano conoscere questo ambiente.
Nel
2003 la società viene rifondata in seguito ad un crack, avendo maturato una
sola presenza in Zweite Bundesliga dalla riunificazione delle Germanie e dei
rispettivi campionati. Da questo punto in poi i “Bleus” vivacchiano tra la
Regionalliga Nord e la Dritte Liga, la terza in ordine di importanza.
Il
legame con la tifoseria e il territorio è decisamente radicato. Lo stadio tra
primavera ed estate è aperto ad ospitare un torneo antirazzista internazionale
dal nome “der Ball is Bunt” (“la
palla è colorata”): un calcio senza distinzioni di genere, provenienza e
nemmeno di abilità motoria. Coerentemente con questo spirito, uno degli
esperimenti più innovativi, ad esempio, è il circuito di supporters non vedenti
che seguono la squadra, anche nelle trasferte di coppa, in minuscoli centri dei
Länder circostanti. A permettere loro di seguire le partite è un gruppo di
tifosi che raccontano le azioni di gioco. Ma i progetti che si accompagnano
alla società sono tantissimi e basati sulla massima cura del vivaio e delle
squadre “minori” che compongono la galassia del club. Tanti sono i gemellaggi
con altre squadre di calcio amministrate e finanziate, seppur in parte,
direttamente dai sostenitori: negli anni si sono succedute amichevoli estive
con l’FC United of Manchester, il Partizan Minsk e naturalmente l’FC St. Pauli
con il quale viene disputato il cosiddetto “Zeckenderby” , letteralmente il “derby delle zecche”:
le due società più rappresentative della scena alternativa e di sinistra, che
rivendicano con orgoglio di “essere zecche antisociali, che dormono sotto i
ponti o nei dormitori delle stazioni”, come cantano scimmiottando gli insulti
che vengono loro rivolti da curve di destra e fascistoidi. Questi eventi estivi
sono appuntamenti sentitissimi dalla tifoseria e diventano vere feste nella
strada antistante lo stadio tra birra, merchandising e musica fino a notte
fonda con concerti e sound system nei vicini spazi sociali del quartiere. La
NordKurve viene aperta ad accogliere delegazioni dalle tante curve che
compongono l’Alerta Network, una
rete di tifoseria antifasciste nella quale troviamo la Green Brigade
del Celtic Glasgow, gli Ultrasmarine di Bordeaux, VamosBien del Fenerbache
oltre a supporters dell’Hapoel Tel Aviv, dell’Athletic Bilbao, dello Standard
Liegi e di società sicuramente più piccole come il G.A. Merano di calcio a 5.
Il
faccione di Karl Liebknecht sugli striscioni, le torciate contro l’omofobia nel
calcio, le campagne per l’accoglienza ai rifugiati, in un mondo del pallone
lacerato tra squadre milionarie e continui rigurgiti di insopportabile xenofobia
e machismo rappresentano una vera boccata d’aria fresca per gli appassionati
che desiderano vedere un altro modello di tifo e organizzazione societaria
diffondersi negli stadi italiani ed europei. Soprattutto se il tutto viene
mosso da un entusiasmo viscerale inversamente proporzionale ai risultati e al
palmares. Tutto questo è possibile grazie a esperimenti come quello della
SportsVerein Babelsberg, i cui pilastri sono il ruolo egemone dei Fanladen e la
cura per il settore giovanile sul quale la società fonda la sua filosofia,
grazie al proprio vivaio e alla relazione con alcune società del Brandebugo.
Come
per l’FC St.Pauli, anche per la SVB sono centrali gli spazi decisionali che i
vari circoli di tifosi, Fanladen appunto, hanno nella definizione di un
consiglio (Fanbeirat) che partecipa delle decisioni societarie. I Fanladen, pur
non essendo alternativi ai gruppi più o meno formalizzati che animano lo stadio
in casa e in trasferta, rappresentano anche uno spazio di incontro per la
cittadinanza, nel quale si veicolano i valori societari e, in generale,
modalità di gestione diretta degli spazi collettivi che reggono il progetto:
dalle coreografie all’organizzazione di alcuni servizi, fino alla pubblicazione
di fanzine cartacee e online che danno voce ai tanti sostenitori della SVB.
Nella
storia della SVB probabilmente non ci sono titoli prestigiosi o incontri
memorabili: una storia altalenante di promozioni e retrocessioni nelle serie
minori e regionali, dal 1999 a oggi un solo passaggio al terzo turno della
coppa di lega tedesca. Tuttavia, lo spirito che anima l’universo Babelsberg
vive dell’impegno quotidiano e della passione di sostenitori e cittadini del
quartiere, in quella che rappresenta un antidoto al calcio moderno, miliardario
e spersonalizzato.
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