10 dicembre 2009

Piazza Fontana, il giorno dell'innocenza perduta

  In prima nazionale per il quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana

 

"Milano e la memoria"

Rassegna di reading, teatro, musica

 

12 dicembre 2009, ore 11

Biblioteca Nazionale Braidense 

Via Brera 28, Milano 

Ingresso gratuito

 

12 dicembre 1969

Piazza Fontana, il giorno dell'innocenza perduta

12-12-1969

Daniele Biacchessi (voce narrante)

Michele Fusiello (sassofoni)

Alessandro Sesana (computer ed effetti)

 

In prima nazionale per il quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana

 

 "Da Piazza Fontana a Giorgio Ambrosoli, dalla morte anarchica di Fausto e Iaio a Piazza della Loggia, Daniele Biacchessi racconta misteri, omicidi e stragi in una Italia che sembra ormai vivere in una perenne ri(e)mozione forzata. Con la voce e la potenza di uno scrittore che è l'unico erede della narrativa civile di Pier Paolo Pasolini." Gian Paolo Serino, La Repubblica.

"Non gli servono effetti speciali. Bastano la sua voce e la volonterosa musica di un paio di amici. Perché è la storia d’Italia, quella più fosca, più scomoda, più vergognosa, ad accapponare la pelle del pubblico". Bruno Ventavola, La Stampa.

"Le pièce teatrali d'impegno civile di Biacchessi vorrebbero essere un contributo a scostare le ante del Paese da quel muro che ne impedisce l'apertura «perché - riflette l'autore - una società che non può fare i conti col passato, non comprende il proprio presente e non può progettare il futuro." Lionello Mancini, Il Sole

Dodici dicembre 1969, mancano tredici giorni a Natale.  È quasi sera ma Milano è illuminata a giorno. I grandi magazzini sono sfavillanti. Le compere e gli acquisti. Le luminarie addobbano il centro.  Migliaia di persone stipate in pochi metri tra Corso Vittorio Emanuele, Piazza Duomo e piazza San Babila vanno su e giù, osservano le vetrine.

Ci sono gli zampognari e i venditori di caldarroste. Ai bar del Barba e Haiti servono espressi in continuazione, cinquanta lire a tazza.

La gente transita nei pressi del Teatro alla Scala. Quella sera rappresentano Il barbiere di Siviglia. C'è ressa davanti al Rivoli per Un uomo da marciapiede e all'Excelsior per Nell'anno del Signore. 

Il freddo entra nelle ossa.

Tutti noi italiani ci sentiamo felici, immortali, allegri, innocenti. A un tratto un forte e dirompente boato rompe quella strana ubriacatura invernale.

Giunge dalla Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana.

Diciassette morti, ottantotto feriti. Alle 16.37 siamo già vecchi.

 

Come è andata a finire?

Trenta giugno 2001, Corte d’Assise di Milano. Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Giancarlo Rognoni condannati all'ergastolo. Tre anni a Stefano Tringali, militante di Ordine nuovo, per favoreggiamento nei confronti di Zorzi. Non luogo a procedere per Carlo Digilio.

 

Dodici marzo 2004. La Corte d'Assise di Appello di Milano assolve Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi per insufficienza di prove, Giancarlo Rognoni per non aver commesso il fatto, e riduce da tre anni a uno la pena per Stefano Tringali con la sospensione condizionale e la non menzione della condanna.

 

Tre maggio 2005, il processo si chiude in Cassazione con la conferma delle assoluzioni degli imputati e l'obbligo, da parte dei parenti delle vittime, del pagamento delle spese processuali. I giudici compiono un vero capolavoro.

Ma resta una verità storica anche dalle sentenze di assoluzione.

Le responsabilità di Franco Freda e Giovanni Ventura, ritenuti anche dalla Corte di Cassazione tra gli esecutori della strage di piazza Fontana, anche se non più giudicabili dopo l’assoluzione definitiva nel gennaio del 1987.

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