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SINOSSI:
Lenny Bottai è un pugile
34enne di Livorno. Approdato al professionismo all’età in cui un pugile appende
i guantoni al chiodo, Lenny grazie alla sua determinazione diventa in pochi
anni campione internazionale IBO, IBF e italiano dei super welter. La sua vera
forza è la sua gente che lo segue ovunque combatta, tutti quegli anni passati a
fare l’ultras nella curva più rossa d’Italia non sono passati invano. Ora
gestisce una palestra occupata nel quale allena giovani ragazzi all’etica e
alla pratica del pugilato.
IL PROGETTO
Igor Protti (ex
calciatore del Livorno ed ex capocannoniere di Serie A) è alla guida di un’auto.
Sta andando ad assistere a un incontro di boxe.
Durante il tragitto
racconta di un diverbio avuto con i tifosi del Livorno quando ancora giocava a
calcio e di come riuscì a ricucire il rapporto con la curva grazie all’incontro
con una delle persone più carismatiche del gruppo dei tifosi: Lenny Bottai.
In quell’occasione Lenny
chiese un incontro con Protti per chiarire le proprie posizioni e cercare di
risolvere la situazione.
Da quell’incontro nacque
una curiosità reciproca tra il calciatore e il tifoso che si trasformò col
tempo in una vera e propria amicizia.
Lenny inizia a
raccontarsi, a confidarsi sul suo passato sportivo, nonostante i 100 kg di peso
non potessero farlo credere e parlarono di quando faceva boxe e di come aveva
smesso per colpa di una squalifica da lui ritenuta ingiusta. In quell’occasione
Protti gli consigliò di ricominciare a indossare i guantoni, a provare di nuovo
la strada del pugilato alla soglia dei 30 anni.
Lenny accettò la sfida e
strappò una promessa al calciatore: se avesse ricominciato a combattere, Protti
avrebbe seguito tutti i suoi combattimenti. Protti è ormai arrivato al
palazzetto dello sport. Entra nello spogliatoio e saluta Lenny Bottai che si
sta preparando ad affrontare l’incontro per il titolo di campione
internazionale dei pesi Welter dell’IBF.
Vediamo Lenny che si
infila i guantoni, teso e concentrato come solo un atleta che sa di avere
l’ultima occasione per riscattarsi può esserlo.
Lenny ha ormai 34 anni e
Protti ha smesso da tempo di giocare: i ruoli si trovano adesso invertiti, il
tifoso ora è lui e l’atleta è quel ragazzo che un tempo seguiva tutte le sue
partite.
Lenny esce dallo
spogliatoio: i cori che si percepivano da dentro, ovattati come echi dei vecchi
cori da stadio che il Lenny dirigeva con passione, si amplificano ed esplodono
nel momento dell’entrata in scena del nuovo campione.
Migliaia di vecchi
ultras del Livorno sono ora assiepati sugli spalti del palazzetto dello sport,
a tifare, a incitare e ad emozionarsi non più per una partita di calcio ma per
il combattimento di un ragazzo che non è altro che un loro amico.
Lenny sa che è anche
grazie al loro incessabile sostegno che si trova sul ring a prendere e a dare
pugni e che, idealmente, loro sono insieme a lui.
Lenny sale sul ring, si
volta verso la propria “curva” e inizia a intonare l’inno del Livorno proprio
come faceva quando era un ultras. Sugli spalti c’è anche Igor Protti: ora
sembra lui l’ultras.
Alla fine delle 12
riprese il verdetto dei giudici è unanime: il campione è Lenny. Nino Benvenuti
e Mario Mattioli, inviati Rai, corrono a intervistare il nuovo campione in
diretta televisiva; è proprio in questa occasione che emerge fino in fondo la
sua personalità, lui, infatti, non ci sta a impersonare il ruolo del classico
sportivo al termine della propria impresa e non riesce a parlare solo del match
appena disputato.
Il suo carattere ribelle
viene fuori con prepotenza: parla di quanto è difficile per un pugile riuscire
a vivere solo con lo sport, dell’importanza e dell’impegno sociale e politico
necessario per cambiare lo stato delle cose che lui ritiene ingiusto e
insensato.
E’ questo il Lenny che
noi scopriremo con questo documentario: non solo il pugile ma il ragazzo di
strada che con la sua tenacia e con la compagna di una vita, ha sempre
combattuto le sue battaglie, portando avanti i suoi ideali di giustizia sociale
e politica, sia attraverso l’impegno politico diretto sia con la creazione
della Spes Fortitude: una palestra occupata all’interno dello stadio Armando
Picchi di Livorno nel quale allena giovani ragazzi all’etica e alla pratica del
pugilato.
Tutto questo col
sostegno immancabile dei suoi tifosi che hanno condiviso con lui questo cammino
e che gli sono vicini non solo per il Lenny pugile ma anche, e soprattutto, per
quello che questo personaggio rappresenta per la Livorno popolare.
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tratto da http://www.le16corde.it/
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