8 giugno 2011

Cristiano Congiu: in Afghanistan si racconta un'altra storia

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Il ragazzo afgano ferito dal carabiniere è fuori pericolo e non è sottoposto ad alcun provvedimento restrittivo

È fuori pericolo Mohtaudin, il giovane afgano di 24 anni, ferito con un colpo di pistola dal carabiniere Cristiano Congiu, prima che quest'ultimo fosse aggredito e ucciso come ritorsione per il colpo esploso. I giornali afgani riportano la stessa versione raccolta da PeaceReporter due giorni fa.
 
Nei giorni scorsi il ragazzo aveva raccontato tutta un'altra storia rispetto a quella resa pubblica dalle fonti dell'Arma dei Carabinieri: "Io ed un mio amico - racconta Mothaudin -  stavamo salendo dal bazar alla montagna con un asino carico di cibo. Il sentiero era stretto e dalla montagna al bazar stavano scendendo il carabiniere italiano e una donna. Quando ci siamo incrociati l'asino ha urtato la donna. Ho tentato di spostare l'asino. Immediatamente l'italiano ha tirato fuori la pistola. Quando ho visto l' armapensavo stesse scherzando... Invece mi ha sparato. Il mio compagno è scappato ed è andato al bazar ad avvisare gli abitanti dell'accaduto. Dopo un po' di tempo sono tornate altre persone che prima hanno picchiato con bastoni e pietre l'italiano, poi gli hanno sparato e se ne sono andati".

Tutta la stampa locale racconta la medesima versione, pur non avendo accesso diretto alle informazioni del ferito, ricoverato in ospedale e impossibilitato a comunicare con il mondo esterno. Mohtaudin è stato piantonato dalla polizia solo lo scorso venerdì, quando ancora non erano chiare alla polizia afgana le dinamiche dell'accaduto. Poi, il ragazzo è stato lasciato solo in ospedale,senza che contro di lui sia stata formulata alcuna accusa.

Ad oggi (7 giugno) nessun ufficiale afgano, né tantomeno italiano, si è recato presso l'ospedale di Emergency in Panjshir, dove il giovane è ancora ricoverato, per raccogliere la sua testimonianza. 

Numerosi altri testimoni hanno raccontato che l'italiano e la cittadina statunitense erano andati a visitare le miniere di smeraldi della zona di Khinch, nel Panjshir. Rimane senza risposta da parte del Ministero della difesa l'interrogativo della presenza in quella zona del militare e della sua ospite statunitense in visita a una miniera di smeraldi a cinque ore da Kabul.

Maso Notarianni
http://it.peacereporter.net/homepage.php
 
A partire dal nostro articolo, i deputati radicali del Pd hanno formalmente chiesto alla Difesa di fare chiarezza sulle circostanze della morte del carabiniere in Afghanistan

Prendendo spunto dal nostro articolo di sabato scorso, "Cristiano Congiu: parla il ragazzo afgano che il carabiniere ha ferito", il deputato radicale Maurizio Turco, iscritto al gruppo parlamentare del Partito democratico (Pd) e cofondatore del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm), ha presentato lunedì un'interrogazione parlamentare al ministro della Difesa per chiedere "per quali motivi il tenente colonnello Cristiano Congiu si trovasse in visita alle miniere di smeraldi della zona di Khinch, se vi si trovasse per ragioni del suo servizio e nel caso quali fossero gli ordini ricevuti e quali compiti stesse assolvendo".
 



Cofirmatari dell'interrogazione, altri cinque deputati radicali del gruppo Pd: Marco Beltrandi, Rita Bernardini, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci e Elisabetta Zamparutti.

Al Ministro della Difesa.
Per sapere - premesso che: il giorno 4 giugno 2011 sul sito web http://it.peacereporter.net/ è stato pubblicato un articolo a firma di Maso Notarianni dal titolo «Cristiano Congiu: parla il ragazzo afgano che il carabiniere ha ferito»; nell'articolo si legge
(segue il testo del nostro articolo, ndr)- se il Ministro interrogato sia a conoscenza dell'articolo in premessa e se i fatti in esso narrati corrispondano al vero; per quali motivi il tenente colonnello Cristiano Congiu si trovasse in visita alle miniere di smeraldi della zona di Khinch, se vi si trovasse per ragioni del suo servizio e nel caso quali fossero gli ordini ricevuti e quali compiti stesse assolvendo. (4-12193).

 

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