Ieri all’alba centinaia di
poliziotti hanno assaltato il piccolo comune basco di Ondarroa. A riceverli,
per evitare l’arresto di un’attivista, centinaia di persone. Un braccio di
ferro durato tre ore.
Sono arrivate questa mattina alle sette, una trentina di camionette della polizia autonoma basca accompagnate da varie jeep e autopattuglie. Erano venuti più volte negli ultimi sei giorni, per arrestare la giovane Urtza Alkorta, nei confronti della quale i tribunali spagnoli hanno spiccato un mandato di cattura per "collaborazione con l’ETA". Ma finora non avevano neanche tentato veramente di portarla via. Tra loro e l’attivista indipendentista c’erano centinaia di giovani e anziani, militanti e semplici cittadini, pronti a frapporsi tra l’Ertzaintza e la ragazza di Ondarroa per impedirne l’arresto.
Sono arrivate questa mattina alle sette, una trentina di camionette della polizia autonoma basca accompagnate da varie jeep e autopattuglie. Erano venuti più volte negli ultimi sei giorni, per arrestare la giovane Urtza Alkorta, nei confronti della quale i tribunali spagnoli hanno spiccato un mandato di cattura per "collaborazione con l’ETA". Ma finora non avevano neanche tentato veramente di portarla via. Tra loro e l’attivista indipendentista c’erano centinaia di giovani e anziani, militanti e semplici cittadini, pronti a frapporsi tra l’Ertzaintza e la ragazza di Ondarroa per impedirne l’arresto.
Il
loro nome significa ‘protettori del popolo’, ma la gente li chiama Zipaios. Una
versione basca dei Sepoys, gli indiani che prestavano servizio nelle truppe ausiliarie
al servizio dell’impero britannico contro il proprio stesso popolo nel
subcontinente indiano prima dell’indipendenza di Nuova Delhi.
Nei giorni scorsi avevano più volte fatto marcia indietro, creando non pochi problemi d’immagine e credibilità al Partito Nazionalista Basco, da sempre garanzia di “ordine” e “stabilità” nella regione.
Nei giorni scorsi avevano più volte fatto marcia indietro, creando non pochi problemi d’immagine e credibilità al Partito Nazionalista Basco, da sempre garanzia di “ordine” e “stabilità” nella regione.
Questa mattina hanno invece ‘finalmente’ ricevuto l’ordine di portarsi via
Urtza, costi quel che costi. Sono arrivati in forze, come un esercito di
occupazione, hanno completamente circondato Ondarroa, piccolo comune della
costa basca mobilitato ininterrottamente ormai dall’inizio della scorsa
settimana. Ed hanno letteralmente assaltato il centro della cittadina
distribuendo manganellate a destra e a manca. Nonostante l’ora e la pioggia
battente in piazza c’erano già centinaia di persone a fare scudo alla
‘ricercata’. In moltissimi avevano dormito in piazza, attorno alla ragazza,
pronti a resistere. Molti altri, richiamati anche dalle località vicine, sono
accorsi al potente suono della sirena del porto, che nell’ultima settimana ha
scandito i momenti più critici del braccio di ferro. Per prima cosa,
inascoltati, gli Ertzainas hanno intimato ai presenti di abbandonare la piazza
centrale del paese, la Alameda, altrimenti sarebbero scattate denunce e fermi.
Inascoltati, hanno poi proceduto a sgomberare la grande tenda montata nei
giorni scorsi a rappresentare l’Aske Gunea, lo “spazio liberato’ organizzato
all’insegna del movimento per la disobbedienza civile e la resistenza passiva.
Nonostante l’atteggiamento pacifico e passivo degli attivisti, in molti sono
stati trascinati via in maniera brutale, manganellati e presi a pugni e a
calci. Soprattutto nelle ultimi fasi dello sgombero dei manifestanti dal ponte.
La stessa Urtza Alkorta ha chiesto ai poliziotti di smettere di picchiare i
suoi compagni, visto che ormai l'avevano raggiunta. Erano le 10 di questa
mattina quando gli Ertzainas l'hanno caricata su una camionetta e se la sono
portata via tra gli slogan di riprovazione e i fischi degli abitanti di Ondarroa.
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