Ci sarà anche Senza Soste, che per l'occasione allestirà un proprio spazio in cui distribuirà il nuovo numero cartaceo dove troverete un'intervista con Lenny Bottai sul centenario, il suo incontro (guarda l'intervista video) e il mutamento delle curve in questi ultimi 10 anni.
Per questi motivi non possiamo che esserci tutti. Chi della curva ha fatto la propria seconda casa, la propria arena e la propria piazza non può mancare. Un tempo in tanti ci chiedevano continuamente cosa c'entrava la curva con la politica. Una curva è politica in sé in quanto ultimo luogo di aggregazione di massa e ultimo luogo dove si poteva esprimere un'appartenenza e una riconoscibilità. Tante relazioni, anche politiche o sindacali, sono nate lì. Ma anche solamente perché allo stadio ci si era visti e si aveva un riferimento. Quante volte è capitato di andare in aziende o ad assemblee sindacali ed avere il primo contatto e una riconoscibilità immediata con chi avevamo conosciuto allo stadio. Non bisogna dimenticare infatti che proprio da persone che hanno vissuto quella curva sono nate tante iniziative solidali, sono stati esposti tanti striscioni politici che hanno fatto notizia e sostenuto i più deboli o chi lottava e sono state fatte tante lotte in prima persona: dalla contestazione al Tim Tour sponsorizzato dalla banca che affondò il cantiere navale, all'occupazione della fabbrica di eliche ex Lips in opposizione alla speculazione della Porta a Mare fino alla vittoria legale sul call center Telegate, solo per citarne alcune. Tutte persone cresciute o conosciute in curva che anche fuori da quei cancelli blu hanno coerentemente agito in prima fila mettendoci la faccia.
Ma non è certo solo una questione politica, anzi. La curva ha rappresentato un riferimento aggregativo e sociale per migliaia di giovani che su quei gradoni hanno trovato anche senso di appartenenza, confronto, valori e radici. A Livorno sicuramente. Altrove è da vedere.
Poi c'è il fatto sportivo che tra successi, periodi bui e periodi grigi non ha mai scalfito l'amore di tutti per la maglia amaranto. Anzi, nelle difficoltà cresceva la passione, la presenza e la voglia di portare in alto il nome della città. Purtroppo il livornese è un soggetto facilmente condizionabile dalle mode, ma la festa di sabato dimostra che lo zoccolo duro c'è. C'era in eccellenza, c'è stato in serie A e c'è anche ora.
Sabato è la festa del centenario, ma è anche e soprattutto la festa della curva, di coloro che ci sono sempre stati, di quelli che sono venuti da poco, di quelli che non vengono più e di quelli che, purtroppo, ci hanno lasciato.
Tratto da: www.senzasoste.it
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