17 maggio 2010

Presentato il cd della Banda Bassotti


Quella «resistenza skin» non dimentica la storia
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Girava voce che la Banda Bassotti cantasse nei concerti Curre, curre, guaglio e O Zulu Figli della stessa rabbia . Il doppio cd dal vivo Check point Kreuzberg live at the 5036 - Berlin , che esce in questi giorni, ne è la prova. Traccia dopo traccia riproduce il sodalizio criminal musicale avvenuto la notte del 5 dicembre del 2009. I fiati capitanati da Sandokan danno la carica e la festa incendiaria avanza ininterrotta ripercorrendo la storia musicale della Banda Bassotti. «Con lo Zulu abbiamo fatto una prova a Roma e poi ci siamo incontrati a Berlino», racconta Picchio, «abbiamo fatto delle date insieme lo scorso anno, ci siamo conosciuti e voluti bene. O zulu sta per strada, la 99 sta per strada e abbiamo deciso di fare qualcosa insieme».
BandaE per strada viene presentato il doppio cd. Siamo al Sally Brown, a San Lorenzo, pub cult del giro red skin. Il locale è pieno e i rude boy e le rude girl si riversano su via dei Sabelli, con i boccali di birra in mano e una certa allegria nella voce. Il posto ha una estetica ineguagliabile e anche irresistibile, è curato nei minimi dettagli, dai DSCF2779_piccolalampioncini fuori con la scritta «From ska to rock steady», al soffitto a scacchi bianchi e neri, le pareti ricoperte da sciarpe di ultras di tutta Europa che vengono qui a lasciare la firma come in un tempio laico. Fra gli altri FC St Pauli Hamburg, Livorno, West Ham United, Arsenal, «curva sud della Roma», poster di Roberto Pruzzo che corre coi suoi baffoni comunisti verso la sud. David della Banda arriva guardingo portando con sé il bottino, una valigia con le prime cento copie del cd. Finiscono in pochi minuti. Dietro al bancone Mariano spara le 39 tracce sullo stereo. Parte la classica cover di Bob Marley Redemption song , che apre tutti i concerti e in cui Sigaro se la cava alla grande da solo, poi entra la voce di Picchio e il sound di tutta la band, E' solo un sogno, Figli di, Cuore malato, Avanzo di cantiere e via tutti gli altri. «Quest'anno abbiamo pensato che era meglio ricordarci della roba vecchia», dicono, «ci siamo buttati sui paletti storici. Il movimento musicale skin ha uno spirito che non evapora mai». Chi ha visto la Banda Bassotti dal vivo sa che vanno sul sicuro. I concerti sono il luogo perfetto dove esprimere la loro potenza. Con il pubblico si crea una comunità che canta tutti i pezzi, i lampi di poesia metropolitana e l'orgoglio della classe operaia del '900, le lotte degli oppressi del terzo mondo e i cavalli dell'Armata Rossa che sembrano lì lì per arrivare da un momento all'altro. «È un periodaccio, stiamo più nei cantieri, che sui palchi. Giriamo da fermi, giriamo poco, è un momento di difficoltà per tutti, anche nei paesi baschi, da quando abbiamo avuto problemi con la legge spagnola. Abbiamo rifatto una canzone di una cantautore basco Yup la la , che racconta dell'attentato a Carrero Blanco. Nei concerti in Spagna quando sentono questo pezzo tirano in aria qualsiasi cosa. Finché siamo andati a suonare a Ferrol, la città natia di Franco. Il quotidiano El mundo ci ha fatto una campagna contro e ci ha fatto perdere molti concerti. L'associazione «vittime della guardia civil e del terrorismo» va nei posti dove suoniamo e ci crea problemi». Anche i fascisti hanno aggredito un concerto della Banda, a Villa Ada, e davanti al Sally Brown c'è stato un attacco, respinto, che ha avuto strascichi giudiziari. Gli chiedo come vanno le cose su quel fronte. «Se ci rompono i coglioni vuol dire che qualcosa di buono lo abbiamo fatto. Ovunque andiamo a suonare ci sono sempre i partigiani sul palco. La banda è legata a se stessa, alla sua storia, ai padri, ai nonni ai figli e ai nipoti. Il futuro bisogna mantenerlo con le vittorie del passato».

da: www.ilmanifesto.it

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