5 marzo 2009

IL TRENO PER BABYLON

Il Treno per Babylon


Londra, fine anni settanta: un ragazzo appena arrivato in città sta per fare il suo primo viaggio in metropolitana. Il vagone della Bakerloo Line, in cui viaggiano personaggi completamente diversi (impettiti businessman africani, rasta giamaicani, signore indiane in sari e i primi punk inglesi), gli regala un’esperienza insolita e al tempo stesso tipicamente londinese: il mondo racchiuso in un vagone, simbolo di una città dove ormai un terzo degli abitanti – quasi tre milioni di persone – sono stranieri. La scoperta è inebriante. Il ragazzo inizia a viaggiare sulle metropolitane, giorno e notte, trascurando persino la scuola per realizzare un sogno che nel suo diario chiamerà, con un pizzico d’incoscienza, "il giro del mondo in ottanta minuti". In realtà, quel viaggio si trasformerà in un’avventura che durerà anni. Perché la rete della "metropolitan railway", la più antica ferrovia sotterranea del mondo, occupa 900 chilometri del sottosuolo londinese e rappresenta un’enorme tela di ragno, piena di segreti, che attrae i personaggi più strani: dai bizzarri undergrounder (uomini e donne che passano le giornate viaggiando nei tunnel) ai maniacali trainspotter, ai surfer, i giovani che sfidano la morte aggrappati ai tetti dei convogli. Il ragazzo si unirà a loro, viaggiando ogni giorno in quel mondo sotterraneo per poi salire in superficie ed esplorare i quartieri etnici della città. Da Southall (Little India) a Bangla Town, da Volvo City (la cittadella degli ebrei ultraortodossi) a Soho, passando per le case popolari dei giamaicani, i viali eleganti di Beirut-on-Thames (Bayswater) e i vicoli vittoriani di Limehouse e Bethnal Green nell’East End, primo melting-pot del mondo moderno. Da questi quartieri ricchi di storia emergono i racconti, le storie di persone (non si tratta di frettolosi incontri, ma di personaggi frequentati per anni dall’autore) arrivate da ogni angolo di mondo per conquistarsi un frammento del mito. Alla fine avverrà la scoperta più bella. Il segreto della Londra del Ventunesimo secolo sono proprio loro, i londinesi: milioni di uomini e donne sempre più diversi, eppure uniti dalla voglia e dalla rara capacità di convivere.


 


E' un libro non recentissimo (2003) ma che vale la pena di essere letto. 

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