Come funziona? Ci si associa in cooperativa, si acquista un terreno, e poi i futuri proprietari, guidati da professionisti, imbracciano gli attrezzi del mestiere, comprano i materiali, e realizzano con il proprio lavoro le future dimore. Si tratta quindi di gruppi collettivi di costruzione che coinvolgono nel progetto i diretti destinatari del futuro immobile.
Chiunque partecipi al progetto non necessita di specifiche conoscenze in quanto assistito e diretto da professionisti (architetti, geometri, tecnici), e da organismi di consulenza, cui è affidata la soluzione di tutti i problemi legali e burocratici come la a certificare gli impianti. Il risparmio: Il vantaggio rispetto all’acquisto delle case tradizionali è che, nel caso di un’abitazione “autocostruita”, l’acquisto dell’immobile può avvenire tramite pagamenti di un “mutuo agevolato” a canone sostenibile (calcolato in base al reddito), più accessibile alle proprie finanze e successivamente si può avere la facoltà di decidere se acquistare l’abitazione versando l’intera somma. In questa maniera si dà la possibilità a nuclei familiari, italiani e stranieri, di permettersi un’abitazione che non potrebbero acquistare sul mercato immobiliare a prezzi accettabili.
Il modello, nato nel Nord Europa, prende piede anche nelle istituzioni, che negli ultimi anni hanno iniziato a rendere disponibili per questo tipo di attività, attraverso bandi di concorso, territori destinati all’edilizia popolare. E a fornire fondi per incentivare questa pratica. Tra le più recenti, la Provincia di Parma, che ha realizzato un piano sperimentale per 48 nuovi alloggi, finanziati per 400 mila euro dalla Regione Emilia-Romagna.
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