(Tratto da L'Unità del 6 febbraio 1959) |
Il 5 febbraio
1959 a 68 operai dell'Italcementi sono consegnate altrettante lettere di
licenziamento. In risposta, i cementieri occupano lo stabilimento civitavecchiese
e le cave di Allumiere e Santa Severa. Il giornale L'Unità il giorno dopo
scrive: "La fabbrica è silenziosa. Sul piazzale sostano una diecina di
camion che avrebbero dovuto caricare il cemento....
(Tratto da L'Unità del 6 febbraio 1959) |
I 68
licenziamenti, oltre che per le famiglie interessate, rappresentano un grave
colpo per tutta la economia cittadina, già gravemente colpita. Non fa
meraviglia, quindi, se questa sera, a Civitavecchia, non si festeggia il
giovedì grasso. Tutte le associazioni che avevano organizzato feste da ballo le
hanno sospese e rinviate per esprimere, in questo modo, la loro preoccupazione
e la loro solidarietà ai cementieri in lotta."
Tutte le altre
categorie di lavoratori inviano loro delegazioni presso lo stabilimento per
esprimere solidarietà. Il giornale riporta solo tre nomi degli operai
licenziati: Salvatore Crescentini, Armando Ricci e Giovanni Di Battista.
L'occupazione durerà giorni e vedrà l'intervento del nuovo governo Segni che procederà a far sgombrare lo stabilimento con la forza pubblica. Civitavecchia vivrà giorni di tensione e di solidarietà.
L'occupazione durerà giorni e vedrà l'intervento del nuovo governo Segni che procederà a far sgombrare lo stabilimento con la forza pubblica. Civitavecchia vivrà giorni di tensione e di solidarietà.
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