Sono trascorsi 28 anni e non è stata ancora raggiunta una verita giudiziaria sulla tragedia aerea che, il 27 giugno 1980, provocò sul cielo di Ustica la morte di 81 persone.
I tracciati radar
Il DC9 Itavia decolla dall'aeroporto di Bologna e prende la rotta Siena-Ponza-Palermo. Mentre sale in quota incontra due F104 italiani in missione di addestramento. Sul cielo di Grosseto si aggiungono altri due velivoli: un altro DC9 diretto da Bergamo a Ciampino e un aereo militare, che potrebbe essere un MIG libico. Alle 20:45 i caccia italiani virano all'improvviso e probabilmente lanciano un segnale d'allarme. Intorno al DC9 con in coda il MIG libico, sul cielo tra Ponza e Ustica, si avvicinano almeno sei aerei: due potrebbero essere Corsair americani (perche un serbatoio supplementare fu rinvenuto sul fondale marino nei pressi del DC9); due potrebbero essere francesi, alzatisi in volo dalla base di Solenzara in Corsica; altri due potrebbero essersi alzati in volo da una portaerei americana.
Alle 20:59 il DC9 viene danneggiato dall'esplosione di un missile e precipita in mare. Potrebbe essere stato colpito da uno dei sei aerei NATO nel tentativo di centrare il MIG. L'aereo libico, gravemente danneggiato, si dirige verso la Calabria e precipita sui monti della Sila. Il relitto del MIG viene ritrovato "ufficialmente" il 17 luglio.
Le indagini
25 novembre 1980: secondo la perizia commissionata dal PM Giorgio Santacroce a John Micidull (National safety board) potrebbe trattarsi di un missile.
15 dicembre 1980: secondo la perizia della commissione guidata dal prof. Luzzatti si è trattato di un'esplosione.
21 novembre 1984: il nuovo giudice istruttore, Vittorio Bucarelli, affida una nuova perizia alla commissione presieduta dal prof. Massimo Blasi.
10 giugno 1987: il sottomarino Nautile della francese Ifremer recupera resti del DC9 e la scatola nera.
25 novembre 1988: il Presidente del Consiglio, Ciriaco De Mita, nomina una commissione d'inchiesta presieduta dal magistrato Carlo Maria Pratis.
16 marzo 1989: la relazione della commissione Blasi parla di missile.
Settembre 1989: la commissione Blasi viene incaricata di una nuova perizia.
26 maggio 1990: la nuova perizia non parla piu di missile.
Luglio 1990: Bucarelli si dimette; viene sostituito da Rosario Priore, che nomina una nuovo collegio peritale guidato dal professor Aurelio Misiti.
1993: la relazione di parte civile, scritta dallo statunitense Robert Sewell, sostiene che ci sono indizi della presenza di due missili.
23 luglio 1994: secondo la perizia Misiti si tratta di una bomba nella toilette dell'aereo.
Maggio 1995: la perizia d'ufficio del professore Enzo Dalle Mese sui tracciati radar suppone la presenza nello scenario di tre caccia.
Giugno 1997: la perizia radar sui codici NATO porta a un totale di nove i caccia presenti sulla scena.
Agosto 1998: i PM Giovanni Salvi, Settembrino Nebbioso e Vincenzo Rosselli chiedono (depositando un dossier di 900 pagine) al giudice istruttore Rosario Priore il rinvio a giudizio di 10 indagati (4 generali e 6 ufficiali) con l'accusa di falsa testimonianza (art. 289 Cod. pen.).
Il 30 agosto 1999 il Giudice Rosario Priore conclude la stesura dell'ordinanza di rinvio a giudizio (5.000 pagine) confermando la requisitoria dei P.M.. L'accusa è di attentanto agli organi costituzionali e alto tradimento. Priore ha avuto a disposizione nuove perizie radar grazie alla collaborazione del comando NATO di Bruxelles, sollecitato dal Governo Prodi.
A 25 anni dal disastro, nel dicembre 2005, i generali dell'aeronautica Lamberto Bartolucci e Franco Ferri sono stati assolti in appello dall'accusa di alto tradimento nel processo relativo al depistaggio dell'inchiesta giudiziaria sulla strage. Il reato loro contestato, "Attentato contro organi costituzionali" ai sensi dell'articolo 289 del codice penale, è stato infatti modificato con la legge 85/2006, che lo prevede ora solo quando siano stati commessi "atti violenti" diretti ad impedire agli organi costituzionali l'esercizio delle loro funzioni.
Nessun responsabile nemmeno per gli ostacoli all'inchiesta: Ustica rimane uno dei tanti misteri italiani irrisolti, come se il caso non fosse mai esistito, una situazione paradossale.
Oggi a 28 anni dalla strage, i parenti delle vittime e tutta la società civile, aspettano ancora giustiza e verità.
Nessun commento:
Posta un commento