14 settembre 2010

SE OGNI GUERRA E’ UNA SORTA DI VIAGGIO ALL’INFERNO, L’AFRICA E’ LA SUA SCORCIATOIA

Sulla strada del viaggiatore si ha la fortuna di incontrare persone "speciali".
Quello che segue è di una di queste.
Frank



A tutti i miei amici (quelli che mi hanno aspettato……)

 
Sul muro all’entrata del centro pediatrico di Bangui si legge questo:
 
SE OGNI GUERRA E’ UNA SORTA DI VIAGGIO ALL’INFERNO, L’AFRICA E’ LA SUA SCORCIATOIA 
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Nella graduatoria dell’indice di sviluppo umano stilata dall’Onu la repubblica Centrafricana (dove ho lavorato fino a Marzo) e’ 171esima su 177 paesi con una speranza di vita di soli 44 anni. Il tasso di mortalita’ infantile e’ di 115 decessi ogni 1000 bambini nati vivi.Il centro pediatrico di Bangui , aperto ventiquattro ore su ventiquattro,offre assitenza e riabilitazione ai bambini fino a 14 anni e attivita’ di educazione igienico-sanitaria.
Il centro e’ attrezzato con un ambulatorio cardiologico dove nel corso di missioni periodiche effettua lo screening dei pazienti cardiopatici da trasferire,gratuitamente a Khatoum per interventi urgenti di cardiochirurgia.
Successivamente all’intervento i pazienti possono sottoporsi ai controlli post operatori e a riabilitazione direttamente presso il nostro centro sanitario a Bangui.
Lo staff di emergency visita fino a 70 bambini al giorno.
Qui le mamme e certe volte anche i papa’ iniziano ad arrivare alle quattro della mattina e si mettono in coda davanti alla clinica per far visitare i loro bambini . Ognuna mette in terra un sasso con il suo nome come prenotazione che sa verra’ rispettata dal resto dei pazienti.Alle sei in punto l’infermiera di turno con altre due colleghe e la sottoscritta ( che non sa piu’ se essere infermiera o fisioterapista ) iniziamo a fare un triage per determinare le priorita’ delle visite a seconda delle condizioni dei bambini: febbre,disidratazione e pallore delle mucose come indice di anemia, hanno al precedenza.
Come avviene ovunque anche i piccoli centroafricani non si fanno visitare volentieri e spesso ci guardano con aria diffidente, anche per via del colore della nostra pelle. Se ti avvicini i piu’ temerari allungano la mano per stringere la tua con decisione mentre i piu’ timorosi nascondono il viso nel vestito delle mamme.
La malaria e’ la patologia piu’ diffusa tra 70 bambini visitati in media ogni giorno.
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Seguono le amputazioni di arti dovute alle mine antiuomo,si operano circa 20 bambini al giorno.
Dopo aver lavorato 6 anni in oriente e due in Sud America avevo dimenticato cosa significa lavorare in Africa. Avevo scordato cosa significa vivere qui. Ancora una volta ho la fortuna di poterlo raccontare.
Il mal d’Africa e’ quel senso di struggente nostalgia che assale il viaggiatore che ha avuto la fortuna di avvicinarsi a questo continente. Per chi ci e’ gia’ stato , come me, tornarci e’ quasi un obbligo, per chi non lo ha ancora fatto , sarebbe un peccato vivere senza mai esserci stati. Ho imparato a conoscere due tipi di questo male : il nostro (il mal d’Africa del viaggiatore , bianco) che e’ positivo , provoca sensazioni forti e fa sognare; il loro ( il mal d’Africa degli abitanti di questa terra , nero) che e’ negativo , e’ quasi un incubo. Per noi il mal d’Africa e’ un bellissimo ricordo, per loro e’ un triste futuro.
Un triste futuro ,anche se, inconsapevolmente, vivono nella terra piu’ ricca del mondo, infatti non e’ la ricchezza a mancare, quello che manca e’ la ridistribuzione del denaro. I soldi si fermano in mano ai potenti, in mano a coloro che governano.
Poche volte ho visto l’Afirca che ho sempre sognato, l’africa dei documentari. Meraviglia,stupore,tranquillita’ sono solo alcune delle emozioni che la mia mente e il mio corpo hanno provato attraversando questa terra. Paesaggi che ti lasciano senza fiato ,dove il caldo, il vero caldo non ti pesa, dove il paesaggio e’ formato solo da due colori, quello rosso della terra e quello verde degli alberi. Ogni tanto si incontrano piccoli villaggi, fatti di capanne di foglie, pietre e qualche pezzo di legno. Spiccano tra queste capanne,  i loro bambini con i loro abiti variopinti, colori forti che rispecchiano la loro terra. Puoi stare ore e ore senza avvistare nessun Animale , ma quando meno te lo aspetti vedi leoni, giraffe, gazzelle, elefanti, coccodrilli e tanto altro.
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L’Africa e’ un pensiero, un emozione, quasi una preghiera. Lo sono i suoi silenzi, quel cielo che sembra molto piu’ vicino al nostro, perche’ si vede di piu’.
Hakuna Matata ( non c’e’ problema) e’ il loro motto, soffrono la fame, la sete, provano dolore, non hanno la luce elettrica, l’acqua corrente, ma anche in situazioni estreme di sopravvivenza sorridono sempre.
Questa e’ l’Africa.
Questo e’ solo un piccolo riepilogo della mia ultima esperienza.
Il mio lavoro con Emergency si e’ concluso ad Aprile e dopo una breve pausa in Sud America ora sono di nuovo a casa anche se non so piu’ bene il significato di questa parola.
Questa mia vita da vagabonda mi mancherà ma mi mancheranno soprattutto i bambini ,i loro visi, i loro occhioni grandi, i loro timidi sorrisi, il loro cercare nel mio sguardo un aiuto, uno spiraglio in un futuro incerto.
Ho la presunzione di pensare di averli aiutati, una presunzione forse egoistica che mi aiuta ad accettare la mia scelta di vita,l’aver rinunciato ad una famiglia a dei figli per dare qualcosa agli altri. Tante volte penso e spero in cuor mio,ora che sto invecchiando, di non pentirmene mai.
Sono quasi pronta a riprendere in mano la mia vita, quella che avevo lasciato 8 anni fa.
Certo non smetterò mai di viaggiare (ce l’ho nel sangue)ma cercherò di limitarmi ad un mese all’anno come fanno tutti i comuni mortali.
Non so ancora se riuscirò a sopravvivere nel mondo occidentale, ma ho promesso a me stessa di provarci.
I miei genitori stanno invecchiando e io vorrei esserci, tutto qui.
Non sono mai riuscita a programmare la mia vita per piu’ di 12 ore, quindi non ho risposte ne domande ne aspettative. Vado solo avanti a piccoli passi ma una cosa ho imparato in questi lunghi anni di lavoro “all’estremità di tutto”: ho imparato che sono contro la guerra ,sono contro ogni forma di ingiustizia e di crudeltà da qualsiasi parte del mondo arrivi e sulla base di questo cercherò di “sopravvivere” in questa mia nuova vita che tanto non mi si addice,sorridendo, come ho sempre fatto e continuerò a fare.

Un abbraccio a tutti

1 commento:

  1. grazie ,
    x aver dedicato un piccolo spazio al mio lavoro........
    ciaoo
    glo

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